La via Lauretana e le supposte vie lauretane

Qualche settimana fa si è svolto a Camerino un importante convegno sulla viabilità nell’Alto Maceratese tra medioevo ed età moderna. Un appuntamento, pensato in chiave strumentale in riferimento ai percorsi della via Lauretana, al quale si è dato un ampio risalto sulla stampa locale. Nessuno vuole mettere in dubbio il valore scientifico dell’iniziativa, ma appare alquanto bizzarro voler piegare ed utilizzare la storia a proprio piacimento, con delle inutili e fuorvianti rigidità interpretative.
I relatori, nel corso del convegno, si sono sforzati di dimostrare la presenza nell’area montana, ma non solo, di molte vie lauretane: in sostanza un insieme di strade e percorsi, diversamente utilizzati nel corso dei secoli, anche in base alle situazioni politiche ed economiche contingenti e all’andamento del clima e delle stagioni, che poi converge su Loreto e il suo santuario. Nulla da eccepire. Ciò che appare del tutto fuori da ogni logica e da qualsiasi seria ricostruzione storica è il voler affermare come unica via Lauretana, per quanto riguarda il medioevo, il percorso che da Camerino arriva fino a Loreto, passando lungo la valle del Potenza. In realtà, questo era solo uno (e si ribadisce uno) dei tanti percorsi possibili, all’interno di quella estesa rete di strade (ma soprattutto sentieri e mulattiere), che attraversavano la dorsale appenninica da Visso, Macereto, Serravalle del Chienti, Nocera Umbra, fino ad inglobare il Fabrianese, e che poi confluiva verso la costa adriatica. A tutte queste strade, provenienti da direzioni diverse ed opposte, si attribuisce sempre la definizione di strada lauretana, per l’evidente importanza che il santuario riveste, nel corso del tempo, come punto di riferimento per l’intero spazio adriatico. Perché, allora, voler privilegiare soltanto il tracciato che ingloba Camerino?
È del tutto superfluo ricordare l’importanza, perché nota e ben documentata, dei percorsi che fin dall’Alto medioevo si snodano lungo la valle del Chienti, e che fanno di questa vallata, fin dall’antichità, un asse di comunicazioni e di collegamento di fondamentale importanza. Sarebbe sufficiente annoverare le chiese romaniche, le pievi, le abbazie con relativi ospedali per pellegrini e viandanti, i castelli, le tante località fortificate, ma anche le stesse opere stradali (ponti e tracciati), fittamente presenti lungo la vallata, per ribadire la funzione dell’asse del Chienti come “arteria” commerciale e di pellegrinaggi anche nel medioevo. Su Pontelatrave, il ponte più importante sul Chienti in riferimento al suo corso iniziale, confluiscono tutti i tracciati che attraversano la dorsale appenninica, provenienti dalle campagne romane, dall’Umbria meridionale e dall’Abruzzo, compreso il “famoso” sentiero imperniato sul santuario di Macereto. A Pontelatrave si aprono due possibilità: risalire le colline in direzione di Camerino, oppure scendere più agevolmente verso la vallata del Chienti.
All’inizio dell’età moderna sono le stesse autorità pontificie a identificare la via postale che da Foligno arriva fino a Loreto, passando lungo la valle del Chienti, e quindi escludendo Camerino, come l’unica via Romana o via Lauretana. Secondo le logiche di chi ha organizzato il convegno camerte dovremmo chiederci, a questo punto, il perché di tale scelta, se il tracciato che passava per Camerino aveva ormai acquisito, nei secoli precedenti, una “superiorità” indiscutibile, ma che in realtà non era tale. Dal Cinquecento in poi, fino ad oggi, è questa la via Lauretana e solo a questa si può far riferimento per ogni tracciato legato al recupero dei percorsi dei pellegrini che muovevano in direzione di Loreto. Nella Relatione della nascita, vita e morte di Papa Sisto V, di A. De Bichis, conservata nella Biblioteca Casanatense di Roma, ripresa da Sandro Corradini in uno studio su Mariana da Frontillo, madre di Sisto V del 1989, si legge: «Marina nacque in Frontillo [frazione del Comune di Pievebovigliana], villa dello Stato di Camerino, la quale si vede a mano dritta in Valle di Chiento nella strada che si fa nell’andare da Roma a Loreto […]».
Insistere sull’età moderna con altre citazioni è del tutto superfluo; risaliamo, quindi, in direzione del medioevo, verso quei secoli per i quali si suppone, cioè, che la via Lauretana passasse solo per Camerino, mentre innumerevoli erano, in realtà, i tracciati seguiti dai pellegrini che per «raggiungere Roma utilizzavano i diversi percorsi che seguivano l’antica viabilità lungo le valli fluviali appenniniche». Ad esprimersi in questo modo, sottolineando la pluralità delle strade, è Federico Uncini, nel suo saggio Le vie dei pellegrini nelle Marche durante il medioevo (in Homo viator nella fede, nella cultura, nella storia, a cura di Bonita Cleri, del 1997). È lo stesso autore a ricordare come la valle del Chienti fosse attraversata da una strada che, nei documenti del XII secolo, è detta via antiqua que venit a mare. Questo tracciato, come risulta da un documento del 1180, «era collegato con una trasversale che transitava vicino alla costa adriatica […], passante per la valle del Musone, Loreto e S. Nicola dell’Aspio […]». Ancora: «La strada principale che attraversava questa valle, poteva raggiungere l’Umbria attraverso il passo di Colfiorito», innestandosi in quelle strade individuate, tra XIV e XV secolo, come vie Francische: «Da Caccamo era anche possibile risalire la valle del Chienti, valicare a Colfiorito (via Muccia) per innestarsi presso Foligno con la Francisca che proveniva da Assisi». È un caso, dunque, che il convento francescano di Pontelatrave, la cui fondazione è attribuita direttamente al Santo di Assisi, si trovi proprio in questa località, che per tutto il medioevo e l’età moderna funziona da importante snodo viario?
A chi o a cosa giova insistere scioccamente su una supposta centralità di Camerino (innegabile dal punto di vista economico e politico, seppur destinata a declinare nel tempo) lungo una via Lauretana che nel medioevo era molto semplicemente solo uno dei tanti percorsi possibili, di certo non il solo o il più importante?
La via Lauretana, dunque, è quella che da Foligno si dirige a Loreto, passando per Colfiorito e la valle del Chienti. Da questa “arteria” Camerino si poteva raggiungere attraverso altre strade, magari proprio mediante il tracciato che da Pontelatrave arriva a Camerino passando per la frazione di San Marcello, nei pressi della rocca di Sentino. È dunque Pontelatrave il vero punto nodale della via Lauretana nel suo tratto appenninico, con un orizzonte aperto non solo su Camerino, ma anche su Colfiorito (l’Umbria), Macereto, Cupi e il Vissano (cioè quel “tratturo” montano che porta direttamente nel Regno di Napoli attraverso Norcia e la Valnerina) e l’Ascolano. Sono queste le vie percorse dai pellegrini diretti alla Santa Casa di Loreto.

Data di pubblicazione:
11/05/2012
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